Perché ci dobbiamo digitalizzare?

I vantaggi della chirurgia guidata nell’edentulia parziale semplice o complessa.

Clinical Case Report del Dott. Riccardo Del Lupo

L’evoluzione digitale è attualmente l’argomento di spicco nel settore odontoiatrico.

Abbiamo iniziato questo percorso in ambito gestionale, fotografico, radiologico, poi chirurgico ed infine protesico. Certamente in alcuni settori vi sono stati dei vantaggi diagnostici, clinici e di marketing, semplici e immediati. In altri invece, un po’ per la complessità cognitiva dei software associata alla “non età digitale” di molti colleghi, e un po’ per gli elevati costi di acquisto e di aggiornamento, le tecniche digitali hanno avuto momenti difficili per entrare nella nostra quotidianità. Dobbiamo essere consapevoli che oramai il futuro “di oggi” è digitale.

Abbiamo iniziato il percorso innovativo con l’osseointegrazione, e attraverso la rigenerazione ossea, la chirurgia protesicamente guidata e al carico immediato siamo giunti alla quinta fase tecnologica in ambito implantare, il flusso di lavoro digitale. Certamente anche queste tecniche richiedono un’attenta curva di apprendimento, senza però rinnegare quelli che sono stati sino ad ora i principi biologici che ci hanno accompagnato nella cosiddetta “implantologia a mano libera”.

Per coloro che si sono avvicinati qualche anno addietro alla programmazione digitale chirurgica-protesica, si sono resi conto che le cose, grazie alla capacità intuitiva e di ricerca della Biomax®, si sono notevolmente semplificate, pur mantenendo un elevato standard di precisione del sistema. Il flusso di lavoro, dal momento in cui inviamo il paziente a eseguire una CBCT all’applicazione del provvisorio in PMMA (naviBridge®), prevede un interscambio di informazioni nella cerchia di tre unità: l’odontoiatra, l’odontotecnico e il centro Biomax.

Il programma naviMax®, tramite un bite (naviBite) con repere radiologico standardizzato, permette di assemblare i dati Dicom della CBCT con quelli STL dei modelli, con le eventuali cerature analogiche o digitali, al fine di ottenere un rapporto ben preciso tra struttura anatomica e pianificazione protesica. I vantaggi, oltre che la semplice esecuzione e l’altrettanto rapido ritorno dei dati assemblati, sono a livello diagnostico e progettuale. Con questo programma le informazioni della CBCT, a livello diagnostico, sono sicuramente più elevate rispetto a quelle ottenute da un programma standard, proprio perché l’immagine può essere manipolata e visualizzata contemporaneamente nei tre assi e in 3D. Ciò comporta una migliore analisi delle aree d’interesse chirurgico, del decorso e inclinazioni di strutture sensibili quali nervi o radici, quindi una più sicura progettazione pre-chirurgica. Da rilevare che le percentuali di rischio di danneggiare tali strutture tendono ad annullarsi proprio per la possibilità di esaminare “a tavolino” il caso, inoltre il programma naviMax® ci segnala in colore rosso se la fixture oltrepassa la distanza di sicurezza stabilita nel programma, un protocollo ineccepibile anche dal punto di vista medico-legale.

Infine, per chi ha avuto modo in precedenza di valutare altre tipologie di dime chirurgiche, può avere costatato l’alta precisione della naviGuide® ad appoggio dentale, con le finestre di verifica sui denti limitrofi o quella ad appoggio mucoso od osseo che vengono posizionate nella sede corretta con un maneggevole Stabilizer® e fissate con Pins facili da inserire. A ciò si deve aggiungere l’utilizzo di boccole guida in peek, materiale che al contrario del metallo non produce attrito e surriscaldamento delle frese dedicate del kit chirurgico Navigator® durante la preparazione del sito, permettendo di ridurre il grado di tolleranza e quindi aumentare la precisione di preparazione del sito.

Tutto questo fa sì che la precisione del sistema riduca il grado di deviazione tra la posizione implantare post-chirurgica e la posizione dell’impianto nella sua pianificazione (Vercruyssen M. 2015).

Leggi l’articolo completo > CCR Dr. Del Lupo


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